VIAREGGIO. “Sono d’accordo e solidale con i commercianti del piazzone per la serrata di martedì, e spero vivamente che le loro grida vengano ascoltate, del resto anche io sono un commerciante”.
Lo scrive Paolo Chiocchetti, esponente del Pdl e consigliere d’amministrazione della Fondazione Carnevale, che interviene sulla decisione di abbassare le serrande da parte dei commercianti del Piazzone.
“Una cosa vorrei dire ad alcuni che hanno girato la protesta dalla chiusura dei negozi alla chiusura di un corso di Carnevale, che sembra veramente una cosa sciocca anche perché ne verrebbe a soffrire ulteriormente l’immagine di Viareggio, il turismo e gli esercenti stessi. Cosi facendo daremmo prova di povertà di idee e di polemiche sterili, che non troverebbero un seguito ma servirebbero ad inasprire gli animi senza concludere niente.
Il momento è negativo per tutti, non aspettiamo che qualcuno ci tenda una mano, tanto non succederà. Giusto invece che si cerchi di portare gente e innovazione nella nostra citta’ con una nuova mentalità imprenditoriale e mirata alle nostre esigenze se non vogliamo veramente che le serrate non siano più una protesta ma un obbligo.
Ci vuole uno sforzo di fantasia, se necessario anche eclatante: perché nei week-end di carnevale, dal venerdì alla domenica non avere una lunga, lunghissima notte bianca? Con apertura dei negozi e animazione 24 ore su 24?
Nel frattempo male non sarebbe certamente stato che l’attuale amministrazione avesse, come fece l’anno scorso la precedente, far venire in anticipo da Roma i rinforzi da parte delle Forze dell’Ordine.
Nel 2012 per tre mesi su richiesta del Sindaco Lunardini,la città fu letteralmente presidiata da Polizia e Carabinieri.
Male non sarebbe che questa divenisse una buona abitudine per i tempi a seguire.
Il nostro comune e’ in dissesto e poco può fare, quindi che gli esercenti facciano opportuno fronte comune e partoriscano nuove idee per il bene di tutti senza polverizzarsi in più fazioni che ha come unica conseguenza quella di indebolire ancora di più la loro voce”.
